Como no tengo ganas de escribir, dejo otra canción (italiana, por supuesto), con un vídeo muy llamativo, y ahí va la letra, crítica sobre Venecia; la dejo en italiano, que no tengo ganas de traducir (aunque el grupo hizo una versión en español, que se puede escuchar en http://es.youtube.com/watch?v=v9K-hR_O9K0).
Come un incanto che non si vuol spezzare/ quaggiù la terra si lega al mare/ bagliori d'oro, echi del tempo/ maestosa e fragile magia d'incanto/ camminando tra calli e campielli/ si scorgono alti gli antichi vessilli/ di una città un tempo regina/ che dominava e ora è in rovina./Come il sangue che lascia la ferita/ si svuota Venezia che perde la vita/ case e palazzi restano vuoti/ nella riserva solo in pochi/ tra queste pietre corrose dagli eventi/ di una città che vive ormai di stenti/ senza pietà cacciati a spintoni/ per fare posto ai nuovi padroni./ Uccidiamo il chiaro di luna/ le gondole placide sulla laguna/ quest'immagine da cartolina/ questa gente messa in vetrina./ Appesi al muro come dei quadri/ per i turisti che stanno a guardare/ padroni un tempo dei sette mari/ venduti al mercato per trenta denari/ la dignità sol quello ci resta/ fermiamo le giostre alziamo la testa/ riprendiamoci ponti e canali/ 'affanculo le iene e gli squali.
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